La domanda aperta del movimento energetico del femminile. Al di là di un corpo che sia donna o uomo.
Nelle antiche culture sciamaniche l’energia ying era unita al mistero, alla luna, alla notte, alla terra, al simbolo naturale della gestazione, delle diverse fasi, dei cicli, del nutrimento che accoglie e protegge, il tempo che richiede maggiore spazio per fiorire ed essere in ascolto. Le radici forti portano una centratura e permettono il salto, il volo, vedere se stessi quindi l’altro/a come parte di se. Essere parte, non più stranieri. Il corpo è un bussola molto più ampia del corpo stesso, siamo parte di un altrove che richiede fiducia al mistero.
Oggi sento queste qualità della vita mancanti da un punto di vista umano e sociale. La danza butoh permette la condivisione di un antico rituale che risveglia una gentilezza verso se stessi (quindi in relazione con gli altri/e) che permette una connessione intima e silenziosa prima con se stessi e poi con un pubblico che è parte attiva di un respiro d’insieme. Testimone di una relazione con immagini interiori che adesso appartengono a ciascuno di noi. Ascoltando il proprio intuito, il coraggio di voler toccare la vita. Fiducia e ascolto saranno compagne vulcaniche che legittimano il viaggio di un corpo in metamorfosi, di un lento fiorire individuale e collettivo. De siderium , la mancanza dalle stelle è il desiderio di tornare alla nostra sostanza. Siamo tutti composti dalla stessa sostanza delle stelle. Noi tutti siamo già il nostro orizzonte. Come la terra il cielo. Il paesaggio è nutrito dal suono , lo spazio è il suono, la poesia è nell’azione. Da un bi-sogno personale a un sentire universale. Il dialogo che ci sostiene è quello con la natura senza dimenticare di esserne parte. Entrare in relazione con un albero è entrare in relazione con se stessi, con le costellazioni, i nostri nonni , le nostre nonne, i nostri avi/e.