Per questo non si capisce più se sono loro ad essersi rimpiccioliti o l’erba ad essere cresciuta attorno a loro, soffocandoli nell’abitudine di un piatto di pasta scotta o forse troppo al dente.
Con la noia che toglie il sapore anche alle fragole.
La loro è una storia che si consuma in casa: il luogo migliore da cui fuggire quando stiamo male. Brandelli di storia, intermezzi, prologo, stasimi, episodi, esodo: raccogliamo foto-ricordo di una vita che si consuma. Così anche nelle immagini frammentate della nostra memoria si ri-assembla davanti a noi la storia.
Seguiamo i “come”, non i “perché”; cerchiamo i quadri che descrivano la situazione, che la presentino nella propria distaccata crudezza: un’estetizzata anestesia dell’esistenza.

Sinossi e note di regia

SINOSSI Lui: prepara il suo set fotografico (madonne di Lourdes e rossetto, macchina fotografica digitale e occhiali da sole). Lei: vestita da sposa, trascina con sé i resti di una storia già raccontata (è ciò che rimane di un mito famoso?). Lui è un ragazzo, lei una donna adulta (potrebbe essere sua madre?). Si cambiano d’abito, si lanciano i vestiti come fossero insulti, li indossano (La vita non è elegante con nessuno). Si guardano, si fotografano, si baciano. Scommettono: chi morirà per primo? Sanno già tutto, ma continuano lo stesso, senza cambiare nulla. La donna tenta di essere padrona delle sue decisioni e si immerge a capofitto, affrontandolo, nello squallore della sua quotidianità. Si scontra, allora, con la chiusa immobilità del giovane, che, invece, si trascina nell’attesa di un desiderio: il niente, il vuoto. Lei è decisa, lui è fragile. Lei ha una storia alle spalle, lui non ce l’ha mai avuta…e non la vuole. Vivono in un monolocale, stretti e costretti uno accanto all’altra, nell’anonimo bunker urbano di una periferia qualsiasi. Fuori forse è un giorno di festa. Dentro tutto si sussegue nella sfibrante routine che toglie senso e tempo alle giornate. Una stanza e un letto, solamente, dove tutto si consuma: vita, amore, sonno, solitudini. E proprio non riescono a dormire su quel letto che giunge ad essere una vasca dove annegare, la centrifuga di una lavatrice che sbianca e contorce. Lui e Lei sono due vite che si desiderano, ma che non si accettano. Perduti in quella stanza sempre più piccola, soli nella loro quotidiana miseria, vivono al ritmo serrato di un videoclip. Pranzi, cene, lavatrici e toilette. Nessuno esce, nessuno entra, Lei non mangia da due giorni, a Lui viene da vomitare (sono rimaste solo le rape). Eppure entrambi si cercano. Faccia a faccia, lui e lei scattano foto ricordo di una vita che si consuma… sono attimi rubati e conservati nella memoria oppure un modo per allontanare da sé la forza corrosiva del sentimento? Fotografare è anche raffreddare. (Nella parola “immortalare” c’è pur sempre la parola morte). Si cercano fino alla fine, una fine consapevole e condivisa, finché non staccano la spina, finché tutto è spento, anche l’amore. Questa vita non prosegue dopo la morte, per fortuna.

PERCHÉ Lo spettacolo nasce dall’esigenza di parlare di relazioni e di farlo in modo assoluto e senza compromessi. Non vogliamo dimenticare la dimensione grottesca alla quale spesso si riduce chi è innamorato: con distacco e ironia guarderemo alle vicende di una donna disposta a tutto per sfamare la propria passione e di un giovane che aspetta che siano gli altri a fare il primo passo.

COSTRUZIONE DI UNA RELAZIONE Attraverso i nostri corpi abbiamo esplorato le dinamiche emotive, investigando gli aspetti collaterali dell’amore, le sue manifestazioni. Abbiamo fatto incontrare ai due capi di un letto un ragazzo di 27 anni e una donna con esattamente il doppio della sua età… e abbiamo osservato cosa accadeva. Sui corpi si sono disegnate storie silenziose, relazioni che sono cresciute e mutate di giornata in giornata. I corpi urlano pur restando muti. In questo modo siamo riusciti a creare partiture fisiche che hanno portato gli attori alla costruzione dei personaggi. Dalle improvvisazioni nasceranno azioni e dalle azioni emozioni. Abbiamo approfondito le dinamiche di questa relazione seguendo – Il desiderio – L’inquietudine – La claustrofobia – La solitudine – Il vuoto -La fame Riteniamo questi punti, infatti connessi alla dinamica di un rapporto d’amore e lavorare su queste aree tematiche ci ha permesso di creare partiture fisiche e testi dai quali sviluppare la storia. Avevamo bisogno di raccontare una storia.

Durante una conversazione serale, piuttosto squallida (non ricordo i particolari, ormai), e a tratti astrattamente teorica, ho sentito che eravamo segnati da una mortale malattia morale: è stato quando ho parlato della degradazione della quotidianità privata: (e dovevo insistere meglio sopra questo nostro lasciarci andare così, schiacciati tra il patetico e il volgare, chiusi nel deforme dell’esperienza borghese): non so se esagero ma c’è qualcosa che non funziona anche nei nostri gesti ( guarda come stai seduta, per esempio, in questo momento): … E. Sanguineti

La ripetizione qualora sia possibile rende felici, mentre il ricordo rende infelici […]. L’unico amore felice è quello della ripetizione. S. Kierkegaard

Per sentirmi ho dovuto sentire tutto, sono straripato, non ho fatto altro che spandermi, mi sono spogliato, mi sono dato e in ogni angolo della mia anima c’è un altare a un dio diverso. F. Pessoa

Tutto quello che fa dio è guardarci e ucciderci quando diventiamo noiosi. Non dobbiamo mai e poi mai essere noiosi. C. Palahniuk

Cerco la parola chiave che apra il labirinto in cui sono caduto. La trappola dove mi hanno ficcato. Che distrugga le infinite connessioni della mia mente. Che annienti il pensiero. Che cancelli la scienza. Cancelli la tecnica. Che mi metta in Crisi e mi faccia rinascere. Una nuova lingua per ricominciare a parlare. In maniera diversa. Per ritornare a cantare. Il mio bambino vorrebbe morire ballando. Andrea

So che ci sei, non ti guardo, ho tutto con me, anche le tue cose, come sempre, nella mia valigia, nel mio viaggio, porto con me i tuoi pezzi. Antonia

F.E.D.R.A. FUNI E DESIDERI RAPIDAMENTE AMMAZZANO con Antonia Bertagnon e Andrea Dellai – regista  Tommaso Franchin – compagnia exUovo Teatro
Share