Siraba, in lingua djoulà significa “la grande strada”. Una grande strada unisce le due sedi dell’Associazione, una a Bobo Dioulasso, sulla rossa terra del Burkina Faso e l’altra a Morfasso, nel verde delle colline piacentine. Siraba raggruppa al suo interno attori, musicisti, danzatori, artisti che da più di un decennio dividono la loro vita ed il loro lavoro d’arte tra Europa ed Africa, attraverso progetti di teatro, musica, danza, spettacoli, stages ed incontri. Artisti che da anni esplorano una strada ancora poco percorsa, quella della conoscenza della cultura autentica, non del folklore, ma delle vite degli individui e delle collettività, delle tradizioni che si esprimono attraverso linguaggi da noi dimenticati, della ricchezza enorme di  quelle terre e quei popoli che ci siamo abituati a considerare i “poveri del pianeta”. Poveri  ricchi di storia, miti e leggende, di forza espressiva, culturale, spirituale, ricchi di conoscenza, di saggezza, di solidarietà, di condivisione. E l’arte, il teatro, la musica, la danza e il cinema diventano fonti formidabili di conoscenza, per non parlare solo del “problema dell’immigrazione”, ma delle identità e delle differenze vitali.

L'idea di spettacolo

“Un tempo gli animali erano tutti uguali…ma un bel giorno il Buon Dio, annoiato da tanta monotonia, decise che avrebbe dato ad ognuno di loro un dono, che lo avrebbe reso unico e prezioso” Gli animali ed il Buon Dio: Mangalà, N’Zamè o uno degli infiniti nomi del Creatore, Tinkalo, pigrone, vanitoso e capriccioso, dominato dal desiderio di apparire. Un racconto dedicato a giovani e giovanissimi ed alla loro difficoltà di crescere nel mondo dell’immagine. Siraba raggruppa al suo interno attori, musicisti, danzatori, artisti che da più di un decennio dividono la loro vita ed il loro lavoro d’arte tra Europa ed Africa, attraverso progetti di teatro, musica, danza, spettacoli, stages ed incontri    Artisti  che da anni esplorano una strada ancora poco percorsa, quella della conoscenza della cultura autentica , non del folklore, ma delle vite degli individui e delle collettività, delle tradizioni che si esprimono attraverso linguaggi da noi dimenticati, della ricchezza enorme di  quelle terre e quei popoli che ci siamo abituati a considerare i “poveri del pianeta”.

Poveri  ricchi di storia, miti e leggende , di forza espressiva, culturale, spirituale, ricchi di conoscenza, di saggezza, di solidarietà, di condivisione   E l’arte, il teatro, la musica, la danza e il cinema diventano fonti formidabili di conoscenza, per non parlare solo del “problema dell’immigrazione” , ma delle identita’ e delle differenze vitali che sono una formidabile occasione di arricchimento e di risveglio   Questo da anni e’ il nostro cammino , la nostra ricerca e la nostra esperienza, in Africa ed in Europa

BEMANKAN Ad ognuno il suo dono – con Lalla Aicha Traorè e Marco Patanè 
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