Una lingua da masticare, di carne e sangue e tempo misurato, come misurato è il tempo di chi la pronuncia, omuncolo perduto a ricomporre i pezzi di una vicenda banale che solo il viverla in prima persona può renderla deflagrante.
Suono e corpo è quel che rimane tra le macerie di un amore, di una vita, di un mondo che va dalla terra al cielo o che dalla terra al cielo è andato.
Questo il cuore del progetto che vede la collaborazione tra Ilinx teatro e Barbara Pizzo.
Un work in progress nato da un testo intessuto di un pastiche linguistico che si nutre di Cinquecento, inflessioni dialettali ed erranze − tra ricercati errori e vagheggiamenti crono-geografici − per una reinvenzione dalla carnalità forte, dalla musicalità antica eppure fresca del suo essere concreta, viva e pulsante, capace di tradurre l’alienazione di chi quelle parole porta. Perché fisica e psicologica è l’alienazione dell’unico personaggio in scena, alle prese con un monologo che solo di tempo in tempo si fa soliloquio, qua e là intrecciato a dialoghi senza risposta rivolti ora «al dio suo» ora all’amata.
Tutto scorre in una sospensione quasi onirica: le azioni di quell’uomo che appare intento a costruire una strana macchina, le parole che gli sgorgano dalla bocca tra cascate e sputi, il tempo.
Quel tempo «nimico tremebondo» che «sumerge e cade e manca». Il tempo dall’incedere inesorabile come un metronomo, una goccia che gocciola in un secchio, un timer, identico a quello che parte all’inizio della mise en espace per un conto alla rovescia che segnerà irrimediabilmente il respiro di chi è dentro e fuori scena. Come si fosse a un passo dall’esplosione (poco prima o poco dopo, infine, che cambia?).
Tutto è nel mentre. Come sull’orlo di un cratere. Come a un soffio dall’uragano.
E intorno: luci trasportabili a filo delle officine meccaniche, rumori meccanici e industriali.
Fino a quella fine che arriverà sfumandosene in dissolvenza. Senza lenire, senza spiegare.

OFFICINE ILINX

Ilinx nasce nel 1999 e si costituisce come associazione culturale nel 2001, configurandosi come realtà prettamente teatrale, che tuttavia sceglie di vedere nel teatro uno strumento piuttosto che un fine cui tendere. Si definisce, infatti, come contenitore, recipiente di esperienze e progetti in cui l’espressione artistica, teatrale e formativa, possa trovare un luogo in cui tramutarsi da necessità personale a strumento di espressione e contaminazione collettiva. Dal 2009 la compagnia ilinx è anche ilinxarium – residenza teatrale della Fondazione Cariplo realizzata in collaborazione con il Comune di Inzago, fa parte dell’Associazione ETRE e del circuito Luoghi Comuni. Aderisce inoltre a C.Re.S.Co. L’attività dell’associazione si distingue in due filoni principali e paralleli: l’allestimento di spettacoli originali, di cui il gruppo (Cristiano Sormani Valli, Mara Marini, Nicolas Ceruti, Nicola Castelli, Luca Marchiori e Maria Rosa Criniti) cura creazione, allestimento e produzione, e la dimensione formativa che da sempre affianca il lavoro di scena. Entrambe le attività s’intersecano e si contaminano a vicenda.

BARBARA PIZZO

«Amo esplorare le possibilità di una scrittura che scaturisce dall’amore per la plasticità della parola e per il silenzio che la genera e la vivifica. Sulla scena, per il corpo che traduce nello spazio e nel tempo.» Una pratica artistica tra fare e dire teatrale, che nel suo percorso si intreccia indissolubilmente a strategia, comunicazione e cura. Laureata in Lettere, è specializzata in Art and Culture Management. Per la sua formazione attorale e drammaturgica ringrazia in particolare Raul Alejandro Iaiza, Dawid Zakowski, Mario Barzaghi, Elisabetta Bianca, Rossana Farinati, Lech Raczak, Judith Malina e Hanon Reznikov, Renata Molinari e Paola Bigatto. Tra le sue collaborazioni Living Theatre, Teatro Kismet OperA, fragmateatro, ScarlattineTeatro

PROGETTO BOMBAROLO idea e regia Barba Pizzo, con Luca Marchiori – regia Nicolas Cerruti

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