Che la rassegna abbia inizio! Quest’anno ad inaugurare la prima data di Nin – Nuove interpretazioni sarà la compagnia “ExvUoto teatro” con lo spettacolo F.E.D.R.A. Funi e desideri rapidamente ammazzano, con Antonia Bertagnon, Andrea Dellai. Regia Tommaso Franchin (trio fondatore della stessa compagnia).

“Soli in una stanza, Lui e Lei vivono al ritmo serrato di un videoclip, aspettando l’inevitabile”

Partendo dal giovane regista, Franchin (classe 1984) ha già all’attivo diverse collaborazioni e lavori: nel 2007 ha collaborato con la compagnia Marionettistica Carlo Colla e figli, all’allestimento di Marionette Macbeth prodotto dal Chicago Shakespeare Tehater. Nel 2008 assieme a Davide Livermore, è membro dello staff di regia de La Virtù de’ straliì d’amore di Francesco Cavalli (1642). Da Novembre 2009 a Giugno 2010 partecipa al ciclo di formazione per artisti diretto da Marco Baliani “Che ci faccio qui”, dove approfondisce tecniche di improvvisazione vocale con Mirto Baliani, movimento con Elisa Cuppini e arte visiva con Maurizio Agostinetto. Nel 2010 è regista de “Il Tabarro” di G. Puccini, di cui cura anche le scene e il disegno luci, per l’Accademia Lirica Santa croce in collaborazione con il Teatro Verdi di Trieste. Nell’Ottobre dello stesso anno è assistente alla regia di Davide Livermore nell’allestimento di “Mefistofele” di A. Boito presso la Korea National Opera a Seoul. Nel 2011 insieme a Dellai e Bertagnon fondano “ExvUoto teatro”.

Per quanto riguarda gli altri due fondatori, Antonia Bertagnon è da molti anni presente nella scena del Teatro sperimentale, sia come insegnate che come attrice. Si è occupata di laboratori teatrali nelle scuole e ha condotto laboratori nelle scuole per l’infanzia, elementari, medie inferiori e superiori; ha proposto nelle scuole e nelle biblioteche letture animate e spettacoli per bambini. Dal 2003 conduce il laboratorio di espressione teatrale nell’ambito delle attività espressive del Centro ESSAGI, presso il Centro di formazione e Socializzazione al lavoro “Centro Ess.Agi” per soggetti deboli, a Badia Polesine. Ha condotto laboratori per rifugiati politici e per donne extracomunitarie, con proposte di studi finali. Per quanto riguarda la sua carriera da attrice, dal 1989 al 2007 ha fatto parte del Teatro del Lemming di Rovigo; dal 1996 al 2007 ha collaborato con la compagnia Teatro Alcione poi Associazione Teatro Atlantide di Verona, partecipando allo spettacolo Amleto nel ruolo di Gertrude – regia di Paolo Valerio. Dal 2008 collabora con la compagnia “MINIMI TEATRI” di Rovigo, Direttore Artistico e regista Gabbris Ferrari.

Andrea Dellai è un giovanne attore prodotto dell’Ulysses: la scuola di teatro presso Teatrocontinuo di Padova con la direzione artistica di Nin Scolari, che frequenta dal 2004 al 2007. Proprio nel 2007 fonda, con alcuni compagni universitari di Padova, il Gruppo Teatrale “MusaFragile”. Nel periodo 2009-2011 lavora con la compagnia Teatro del Lemming (Rovigo) per l’allestimento dello spettacolo “Amleto” con cui debutta nel settembre 2010. Nell’estate 2011 fonda insieme a Tommaso Franchin ed Antonia Bertagnon la Compagnia exvUoto Teatro. Nel giugno 2012 entra a far parte del gruppo Fatebenesorelle Teatro, diretto da Patricia Zanco e Daniela Matteuzzi, con cui debutta al Festival BMotion – Bassano del Grappa (Vi), con lo spettacolo “Μήδεια – Medea – Metamorfosi”.

SINOSSI

Una stanza e un letto, dove tutto si consuma: vita, amore, sonno, solitudini. Lui e Lei sono due vite che si desiderano, ma che non si accettano. Lui è un ragazzo, lei una donna adulta (potrebbe essere sua madre?). Perduti in quella stanza sempre più piccola, soli nella loro quotidiana miseria, vivono al ritmo serrato di un videoclip. Pranzi, cene, lavatrici e toilette. Si guardano, si fotografano, si baciano.

Scommettono: chi morirà per primo? Nessuno esce, nessuno entra, Lei non mangia da due giorni, a Lui viene da vomitare (sono rimaste solo le rape). Si cercano fino alla fine, una fine consapevole e condivisa, finché non staccano la spina, finché tutto è spento, anche l’amore. Questa vita non prosegue dopo la morte, per fortuna.

NOTE DEL REGISTA

Le tragedie greche sono quasi tutte una questione di amore. Ma nelle tragedie esistono gli Dei, oggi non esistono (forse) più. Li chiamiamo sentimenti, pulsioni, passioni. Sentimenti dei quali (a differenza dei greci) ignoriamo le cause, sentimenti affilati che guidano la nostra vita. Li possiamo seguire oppure li possiamo sfidare, reprimere e comprimere, contrastare. Ecco quello che avviene nella tragedia dalla quale siamo partiti. Tragedia che, al pari del suo protagonista Ippolito, abbiamo smembrato e ridotto all’osso: ecco, quindi, una donna e un ragazzo. Ed i loro sentimenti. Cosa rimane di Fedra e Ippolito nei protagonisti della nostra storia? Rimane una donna adulta, ma non disillusa, ancora in grado di entrare completamente nelle sabbie mobili dei sentimenti. Rimane un giovane che vorrebbe essere forte, nascondendo la sua fame di esistenza dietro un cinismo che è solo di facciata. Da qui partiamo: Fedra e Ippolito possono esistere ancora oggi, dimenticati ai margini di una grande città, abbandonati a loro stessi in una casa illuminata da fredde luci a basso consumo, che tolgono umanità a qualunque cosa, spegnendo i colori e accendendo il desiderio di “altrove”.

Lui (Ippolito?), siamo noi, generazione degli anni 80, nati nel momento di massimo edonismo, negli anni d’oro di Versace ed Armani, dei colori Fluo e dei sintetizzatori. I nostri zii (quelli vitaioli) scoprivano la coca sentendosi yuppies con i Wayfarer e noi ci nutrivamo di cartoni animati e telefilm americani e adesso, cresciuti, ci rendiamo conto di quanto il mondo attorno a noi sia ridotto ad uno sfascio. Noi, troppo giovani per essere presi sul serio, sufficientemente grandi (o vecchi?) da aver rinunciato a quasi tutti gli ideali adolescenziali. E non siamo nemmeno abbastanza spietati da succhiare per le nostre ambizioni tutto il nutrimento ai nostri “genitori”.

Abbiamo cercato un linguaggio sintetico, lasciandoci suggestionare dal linguaggio frenetico di un videoclip senza parole. Ma quando le parole arrivano alle labbra dei personaggi allora diventano inarrestabili, soffocanti.

PREZZI BIGLIETTO:

Intero: 8€

Ridotto: 6€ (Arci, sotto 21 anni)

SE VIENI VESTITO CON QUALCOSA DI VIOLA…ENTRI A PREZZO RIDOTTO

Share