Terzo appuntamento, terzo volto, terza anima che agisce dietro le quinte di NIN|Nuove Interpretazioni. Questa volta però sarà un po’ più particolare, le tre domande sono state date da tre persone diverse: dal sottoscritto (sì, mi sono autodomandato), Beatrice e Nicola. Sono Cristian, e mi occupo di tutto ciò che riguarda gli articoli inseriti all’interno del sito che leggete ogni settimana con le varie info e impressioni sugli spettacoli. Gestisco insieme a Nicola e Giovanni la pagina Facebook della rassegna.

Ci riempie sempre vedere crescere chi ci segue sia telematicamente che realmente ai nostri spettacoli e rassegne. L’affetto serve molto a farci maturare sempre di più e cercare sempre nuovi modi per avvicinarci al pubblico. Vogliamo che il nostro rapporto sia quello di una bella e folta comunità.Quindi, continuate a seguirci col vostro affetto. Grazie!

Ma ora passiamo alle tre domande:

Elenca almeno tre caratteristiche che ti legano ad Ordinesparso

Amicizia, voglia di gruppo, creatività. L’amicizia si è sviluppata col tempo. Sono nella compagnia da circa tre anni e con Giovanni e il resto del gruppo (soprattutto con quelli del Laboratorio NIN) si è creato un rapporto molto stretto. Ne sono molto contento. La voglia di gruppo è stata forte sin da subito, Giovanni è bravo a farla maturare e ora, oltre ad essere compagni di teatro, siamo amici legati da una passio: la creatività. Credo sia fondamentale nell’elenco di caratteristiche che compongono Ordinesparso: cerchiamo di provare sempre cose nuove, mettiamo alla prova noi stessi per proporre sempre qualcosa di originale. Sperimentare la nostra creatività ci riempie e ci unisce come gruppo.

Alcune impressioni sul passaggio tra teatro e danza e quali sono le cose che ti sono servite dal tuo background e quali hai dovuto ricostruire

Il passaggio tra la danza (ho ballato ben 16 anni danze Latino Americane da competizione) e il teatro non è avvenuto così dolcemente: è stato davvero dura mettersi alla prova, e lo è ancora oggi. Da una parte la tecnica rigorosa della danza, dall’altra, la libertà del corpo teatrale, che certamente ha le sue regole, ma cerca di tirare fuori dall’attore la parte più “sporca”, meno precisa e rigorosa rispetto alla grande schematicità di un ballo in generale. Muovere il corpo, per me non è difficile, il difficile è sporcarmi, essere “meno bello e più vivo”. Così mi dice sempre Giovanni. E’ davvero difficile riordinare il rapporto con il corpo dopo così tanti anni di tecnica di danza. Ce la metto tutta e i frutti pian piano crescono.

Secondo te, qual’è il confine tra teatro di ricerca e teatrodanza dove la parte del corpo è molto importante  mentre la parte recitata è presente in minima parte e legata alla corporalità.

Credo che ci sia un confine labile tra questi due rami teatrali, quasi interdipendenti. Certamente, nel teatrodanza il corpo ha una predominanza maggiore. La ricerca della parola è più tagliente ed incisivo. Quasi essenziale. Non che nel teatro di ricerca queste caratteristiche svaniscano, ma la parola e il corpo sono legate ed ammalgamate insieme in proporzioni ben diverse. In ogni caso, che si stia parlando dell’una o dell’altra, ciò che le accomuna è questa ricerca da parte degli stessi attori e degli stessi registi del proprio percorso,dell’origine delle tecniche teatrali ed della possibilità di creare nuovi codici espressivi che diano al Teatro un valore aggiunto in più.

 

 

 

 

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