Ultimo atto del percorso di avvicinamento allo spettacolo di stasera, ecco l’intervista al protagonista di Da Dante a me (…con molta cautela).

Hai molte esperienze di teatro alle spalle, un ricordo cui sei particolarmente affezionato?
E’ fin troppo facile rispondere che in realtà sono molto affezionato ad ogni singolo ricordo di questi 22 anni di esperienze ed anzi mi spiace molto, quando mi guardo indietro, non riuscire a rammentare certi visi o  certi luoghi che ho frequentato, magari molti anni fa, perché tutti meriterebbero un posto particolare. Dovendo comunque rispondere, citerei il lavoro che feci nel 2009 per il quarantennale della strage di Piazza Fontana. All’interno di uno spettacolo di musica, video interviste, con voce narrante di Laura Marinoni (vincitrice proprio quest’anno del premio Hystrio come miglior attrice italiana), il regista Leonardo Gervasi affidò a me e quindi agli Evasi la parte teatrale. Su testi miei, io ed altri due elementi della compagnia (Matteo Ridolfi e Simona D’andria) avemmo l’onore di recitare al Piccolo Teatro Studio. Fu naturalmente una soddisfazione enorme esibirsi, noi che siamo una compagnia amatoriale, in un luogo che è stato, ed è, palcoscenico per più grandi nomi del Teatro nazionale. Ma ancora di più fu per me aver potuto trattare di fronte ad un pubblico competente ed attento come quello milanese, un argomento così importante per la storia del nostro paese.

Se ti trovassi a gestire un teatro, tre compagnie/spettacoli che non potrebbero mancare nel tuo cartellone.
Non so se intendi a livello professionista od amatoriale.  Dato però che secondo me le differenze di qualità si pongono più che altro a livello di professionalità e serietà e non di retribuzione, non farò distinzioni. Vorrei avere un qualsiasi spettacolo del teatro della Tosse di Genova, con la regia di Tonino Conte; ogni volta che ne ho visto uno, non sono mai uscito dal teatro senza provare una grande gioia, un grande rispetto  per come riesca sempre a creare piccoli capolavori e un po’ di invidia per chi ha la fortuna di lavorare con lui. Il Centro di Teatro Internazionale di Firenze della regista Olga Melnik, riesce sempre a proporre spettacoli fantasiosi, scoppiettanti, pieni di colori e di luci, fondendo le tecniche della commedia dell’arte, quelle della danza e quelle circensi, mettendole al servizio della maniacale precisione sul palco che deriva dalla scuola russa da cui la regista proviene, dando risultati ogni volta sorprendenti. E per finire proporrei uno spettacolo della compagnia Lucchese del Teatro del Carretto, anche questa diretta da una donna, Maria Grazia Cipriani. Il suo è un tipo di teatro fisico di grande impatto visivo e di una forza sconvolgente. Di lei ricordo un meraviglioso Pinocchio che desidererei veramente che tutti potessero vedere.

Qualche considerazione su “teatrika” e “nin”
Teatrika è il fiore all’occhiello della Compagnia degli Evasi. Credo sia la dimostrazione che anche da amatori, e con amatori intendo persone che non facendo teatro per lavoro hanno molto minor tempo, pochi mezzi, e soprattutto molto poco denaro, si possono realizzare cose importanti. Quando è in vista Teatrika, tutta la compagnia è impegnata per la riuscita della manifestazione, ed anche se il valore aggiunto si chiama Alessandro Vanello, infaticabile e insostituibile, sono comunque una trentina di persone che a seconda delle loro possibilità si mobilitano esclusivamente per amore del teatro. Con NIN, che ho già avuto modo di apprezzare lo scorso anno, stiamo tentando una nuova esperienza. Il lavoro che sta cercando di portare avanti Giovanni Berretta, qui a Sarzana, meriterebbe una considerazione ben più alta da parte delle istituzioni, ma qui non apriamo un discorso che andrebbe inevitabilmente a toccare note fin troppo dolenti. Ciò che penso è che proprio in un periodo come questo sia necessario e doveroso non arrendersi e lottare perché la cultura si trasformi da parola a fatto concreto. E’ anche per questo che io e la mia compagnia siamo qui.

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