Il 12 gennaio a nin | nuoveinterpretazioni, all’interno della suggestiva Fortezza Firmafede di Sarzana andrà in scena Lo zoo di vetro di Tennessee Williams, un’opera intramontabile che nonostante la veneranda età di 68 anni compiuti, la prima volta che andò in scena fu nel 1944, propone tematiche modernissime.
Pièce ambientata nel sud degli Stati Uniti in una terra refrattaria a qualsiasi cambiamento, un Eden paradossale e aspro dove vivono i Wingfield una famiglia di sopravvissuti, o meglio mai – vissuti, abbandonati dal padre e senza mezzi economici, minacciati dalla distruzione di una rispettabilità piccolo borghese, che vivono aggrappandosi l’uno all’altro ad una realtà lontana anni luce dai loro sogni più intimi.
Lo stesso luogo evocato nel titolo, lo zoo, riunisce in sé le idee di protezione e prigionia, rimanda ad esseri vivi ma in gabbia e questo zoo, per di più, è di vetro: di un materiale fragile per natura, che rende la situazione ancora più beffarda.
E’ proprio questo suo essere una metafora moderna ed eterna che dona all’opera di Tennessee Williams un valore extratemporale.
Notizie sull’autore
Tennessee Williams sinonimo di Thomas Lanier Williams (Columbus 26/03/1911 – New York 25/02/1983) è stato un drammaturgo, scrittore e poeta statunitense, il 09/06/1980 il presidente degli S.U. Jimmy Carter gli conferì la prestigiosa onorificenza “La medaglia presidenziale della libertà, considerata insieme alla “medaglia d’oro del Congresso” la massima decorazione degli S.U.
La famiglia viveva con i nonni materni, deriso dal padre perché non si confaceva alla tipologia standard del maschio dell’epoca, Thomas ebbe un rapporto di profondissimo affetto col nonno, che negli anni a venire portò con sé anche a Key West, l’isola della Florida dove aveva acquistato una casa. Tom aveva una sorella, Rose, e un fratello, Dakin. La sorella molto presto mostrò segni di disturbo mentale, che andavano dall’ansia alla schizofrenia. Tra il ’29 e il ’38, Williams frequentò vari college senza grande successo e lavorò presso l’International Shoe Company. Nel 1938 si laureò, lo stesso anno in cui la sorella fu chiusa in un ospedale psichiatrico. Poco più tardi, Rose fu operata al cervello con una lobotomia che la trasformò in una specie di vegetale. Williams non perdonò mai la madre per aver acconsentito a questa operazione e per anni sentì un profondo senso di colpa nei confronti della sorella. Al tempo stesso, soffriva anche lui di attacchi di panico e il timore di fare la stessa fine di Rose era enorme. Negli anni ’30 in California e poi durante altri viaggi negli Stati Uniti, Williams cominciò ad avere relazioni con uomini. Contrariamente a quanto si è creduto per anni, egli non ebbe mai difficoltà ad accettare la propria omosessualità, come si deduce dalle sue “Memorie” pubblicate nel 1975 e i suoi diari personali (Notebooks), pubblicati postumi nel 2007. Data l’epoca in cui viveva, la sua discrezione è passata spesso per ipocrisia o paura di accettarsi. Nel 1938 Williams si laurea all’University of Iowa e l’anno successivo, dopo aver vinto 1000 dollari della Fondazione Rockefeller per i suoi atti unici American Blues, cambia il nome di battesimo in Tennessee.
Nel ’43 firma un contratto di sei mesi con la Metro-Goldwyn Mayer per la stesura di una sceneggiatura. Williams non è tagliato per l’impiego, anche se per buona parte del Novecento, tanti grandi registi avrebbero fornito memorabili versioni cinematografiche dei suoi drammi, tra questi Elia Kazan, Joseph Mankiewicz, Richard Brooks, Irving Rapper, Paul Newman. La relazione di Williams col segretario, Frank Merlo, durò dal 1947 fino alla morte di Merlo per carcinoma polmonare nel 1963 e garantì a Williams la stabilità per un lungo periodo nel quale egli scrisse i suoi lavori più duraturi.
La sua prima opera rappresentata fu Candles to the Sun, del 1937, mai tradotta in italiano (nel ’35 e nel ’36 erano stati messi in scena dei brevi atti unici da compagnie amatoriali). Recentemente, anni dopo la morte dell’autore, sono stati recuperati alcuni inediti dell’epoca pre-Zoo. Tra questi ha suscitato grande interesse una storia ambientata in prigione, Not About Nightingales, del 1938 e rappresentata per la prima volta 60 anni più tardi con Vanessa Redgrave nel ruolo principale. Nel 1939 vince un premio della Fondazione Rockefeller per la sua raccolta di atti unici American Blues. Dopo un periodo a Hollywood, dove tenta di lavorare come sceneggiatore, torna al teatro con Lo zoo di vetro, che sarà un successo immediato. Due anni dopo viene portato in scena quello che sarà il suo successo maggiore e la sua opera più rappresentata nel resto del mondo, A Streetcar Named Desire, (Un tram che si chiama Desiderio). La grandezza di questo dramma deriva dalla capacità di lavorare con stilemi del melodramma, senza però indulgere nel sentimentalismo. Jessica Tandy interpretò Blanche nella prima a Broadway nel ’47. Accanto a lei, per la regia di Elia Kazan, Marlon Brando. Per certi versi sarà lui a lasciare un segno nella storia del teatro del secondo dopoguerra, tramite l’opera di Williams, nei panni del rude e virile Stanley Kowalski. In Italia, il dramma fu portato in scena dal regista Luchino Visconti, con scenografia di Franco Zeffirelli e la partecipazione di Rina Morelli, Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni. Negli anni immediatamente successivi scrisse Estate e fumo, La rosa tatuata e Camino Real, ma Williams cominciò ad accusare un difficile rapporto con la scrittura creativa, con i critici teatrali e con il suo pubblico. Ritroverà la sua potente e originale voce con La gatta sul tetto che scotta, del ’55 e Improvvisamente l’estate scorsa, del ’57.
Gli ultimi drammi di un certo successo furono La dolce ala della giovinezza e La notte dell’iguana. Le opere scritte negli ultimi due decenni di vita hanno segnato un graduale declino della sua ispirazione, contribuendo a provocare nell’autore forti stati depressivi dovuti anche alle pessime ricezioni di pubblico e critica.